Studio epidemiologico: si torna al punto di partenza
Dove eravamo rimasti
(nell’immagine: il puntino rosso è il camino dell’inceneritore e si può vedere che le concentrazioni maggiori degli inquinanti si trovano a Desio e Bovisio)
Le ultime notizie
Durante il consiglio comunale del 28 settembre l’assessore Guidotti ci risponde che finora ha solo parlato al telefono con i responsabili ATS e ha fissato un incontro per l’11 ottobre. Non accenna alla richiesta dei dati, che in realtà era quello che aspettavamo da fine maggio. Dopo l’11 ottobre gli chiediamo un resoconto della riunione e lui ci spiega, come se niente fosse, che ATS ha deciso di fare un proprio studio epidemiologico. Peccato che questo studio, da quanto si legge nella mail dell’assessore, non ha niente a che vedere con l’inceneritore e i suoi effetti:
La direzione dell’ATS ha dichiarato un vivo interesse alla problematica presentata dall’amministrazione comunale di Desio. Mi hanno, quindi, informato, che hanno già cominciato a darsi da fare in questo senso, effettuando uno studio statistico preliminare tuttora in corso, sulle variazioni di incidenza delle malattie neoplastiche all’interno della popolazione dei 55 comuni della provincia di Monza e Brianza, focalizzando l’attenzione nel rilevare se vi siano variazioni d’incidenza fra un comune e l’altro.(Quindi senza alcun riferimento alla presenza dell’inceneritore come possibile causa, ndr)
Inoltre, mi hanno messo a conoscenza della loro intenzione di effettuare su tutto il territorio della ATS, uno studio simile a quello da noi proposto, ovvero, di suddividere il territorio della ATS in piccole porzioni, andando a studiare, mediante georeferentazione, come sono distribuite le malattie neoplastiche nelle varie porzioni di territorio.(Quindi senza metterle in relazione con le emissioni dell’inceneritore, ndr)
Invece ora lo studio con il metodo Crosignani, che era stato celebrato come una grande conquista dalla giunta e dalla sua maggioranza, all’assessore non piace più, gli sembra robetta a confronto di quello che ATS gli sta propinando. Infatti Guidotti, riferendosi allo studio di Crosignani, scrive:
(…) si è optato per uno studio caso-controllo, che è molto più semplice da eseguirsi e che impegna meno risorse economiche, consci che la qualità dei risultati prodotti dallo studio caso-controllo è inferiore rispetto ai risultati prodotti dallo studio a coorte.
Peccato che nel frattempo Guidotti non abbia più sentito Crosignani, né per procedere col lavoro, né per confrontarsi sulle proposte di ATS. Gli abbiamo chiesto noi un parere e la risposta è stata:
- lo studio caso-controllo è equivalente ad uno studio di coorte
- si possono anche studiare i tumori ma per validare la metodologia e le mappe utilizzate si inizia dalle patologie acute
- si prosegue con la mortalità (che non è un outcome di poco conto)
- ed alla fine si possono anche studiare i tumori, sempre tramite le SDO con un lavoro aggiuntivo
Ma alla fine, l’assessore i dati per lo studio li ha richiesti o no?
Dalla sua prima mail sembrava di no, così gliel’abbiamo chiesto esplicitamente. Ecco la risposta:
I dati per la realizzazione dello studio epidemiologico, sono stati richiesti all’ATS diversi mesi fa e precisamente, una prima volta il 20 giugno 2017 e una seconda volta il 10 luglio 2017
Siamo di nuovo al punto di partenza
Vi abbiamo raccontato come stanno le cose perché tra poco verranno a dirvi che si farà uno studio “più grande e più bello”, mentre in realtà il rischio è che si continui a non fare nulla restando nel limbo per altri anni.